ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA WWW

Uno degli obiettivi principali della scienza è quello di dare la massima diffusione possibile ai risultati della ricerca, cercando nel far ciò di avvicinare l'Università alla società, mondi che alcune volte paiono navigare in universi differenti. Questo tentativo è stato sempre difficile a causa della mancanza di canali di tramissione delle informazioni. L'apparizione della rete Internet permette una vera e propria rivoluzione coopernicana in questo stallo. D'altra parte, nel campo dell'archeologia, Internet sta offrendo la possibilità di accedere a collezioni di musei o visitare complessi archeologici: anche questa mostra non è sfuggita alla novità. Il gruppo di ricerca del CEIPAC, presso l'Area di Storia Antica del Departament de Prehistòria, Història Antiga i Arqueologia dell'Universitat de Barcelona offre agli utenti del mondo d' Internet la Mostra virtuale del Monte Testaccio, esposta all' Università di Roma "La Sapienza" per i professori F. Burragato e O. Grubessi dal Dipartimento di Scienze della Terra di questa Università. La Mostra è frutto della colaborazione fra i Dipartimenti delle Università di Barcellona e Roma.

Il disegno e la realizzazione della pagina WWW della Mostra è frutto delle idee e lavoro di:

P. Berni,

M. Cubero,

A. Aguilera

berni@trivium.gh.ub.es cubero@trivium.gh.ub.es aguilera@trivium.gh.ub.es

PANNELLI DELLA MOSTRA
I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII XIII XIV

CEIPAC: Centro para el Estudio de la Interdependencia Provincial en la Antigüedad Clásica.
D.S.T.U.R.: Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Roma, "La Sapienza".


Presentazione

TESTO: J. Remesal.
 
IMMAGINI:
  1. Il Monte Testaccio alla fine dell’800 (f. E. Rachler, coll. R. Lucignani).Composizione (CEIPAC, P. Berni, M. Cubero).
  2. Il Testaccio visto dal fianco occidentale (CEIPAC, A. Aguilera).
  3. Heinrich Dressel. (AA.VV.- Producción y comercio del aceite en la antigüedad. Primer congreso internacional. Madrid, 1980 p.14).
  4. Georges Bonsor (Fernando de Amores Carredano, Juan Fernández Lacomba -.Bonsor y su colección. Un proyecto de museo. Mairena de Alcor, 1994).
  5. Visita allo scavo della Exma. Sig.ra Ambasciatrice di Spagna a Roma. (CEIPAC, R. Álvarez).

- I - TESTACCIO: UN MONTE DI ANFORE USATE.

TESTO: J. Remesal, V. Revilla.
 
IMMAGINI:
  1. Foto aerea del Monte Testaccio (L.G.M.).
  2. Le rotte annonarie dell’olio betico (CEIPAC, P. Berni).
  3. Anfore Dressel 20 da relitto sommerso di Cabrera III (AA.VV. "La arqueología subacuática en España. Madrid, 1990, p.51).
  4. Nave oneraria con carico di Dressel 20 (mosaico del Piazzale della Corporazioni di Ostia Antica,statio nº52).
  5. I porti di Claudio e Traiano alla foce del Tevere (Affresco di Danti).
  6. Operazioni di scarico di anfore (mosaico del Piazzale delle Corporazione di Ostia Antica, statio nº23).
  7. L’antico porto fluviale di Roma alla "Marmorata" (CEIPAC, S. Morretta).
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- II - IL MONTE DEI COCCI: MITO E REALTA.

TESTO: J. Remesal, V. Revilla.
 
IMMAGINI:
  1. Iscrizione conservata nel portico della Chiesa di S. Maria in Cosmedin (Roma). (foto Polticelli).
  2. Il Monte Testaccio nella pianta di Roma di A. Tempesta (1593).
  3. Vecchia incisione del Monte Testaccio con la via crucis.
  4. Decreto comunale del 1744 con la iterazione della proibizione (de 1742) del divieto di scavo e pascolo sul Testaccio (archivio Capitolino, repr. R. Lucignani).
  5. Il Monte Testaccio nella pianta di Roma di F. de Paoli (1623).
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- III - LA GENESI DEL MONTE.

TESTO: J. Remesal, V. Revilla.
 
IMMAGINI:
  1. Il muro di anfore Dressel 20 rivenuto negli scavi del Testaccio, (CEIPAC, Test.91).
  2. Pianta del Monte Testaccio con l’indicazione dei diversi depositi (CEIPAC, P. Berni).
  3. Piattaforma occidentale (CEIPAC, P. Berni).
  4. Piattaforma orientale (CEIPAC, P. Berni).
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- IV - STUDIO GRAVIMETRICO DEL MONTE TESTACCIO.

TESTO: B. Toro, M. Di Filippo.
 
IMMAGINI:
  1. Modello gravimetrico del Monte Testaccio (D.S.T.U.R., B. Toro, M. Di Filippo)
  2. Carta gravimetrica delle anomalie residue (D.S.T.U.R., B. Toro, M. Di Filippo)
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- V - LE ANFORE BETICHE: UN VUOTO A PERDERE.

TESTO: J. Remesal, V. Revilla.
 
IMMAGINI:
  1. Tavola tipologica delle anfore olearie betiche. (CEIPAC, P. Berni).
  2. Fasi di montaggio di un'anfora Dressel 20. (CEIPAC, R. Álvarez).
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- VI - IL TESTACCIO: DA DISCARICA AD ARCHIVIO.

TESTO: J. Remesal, V. Revilla.
 
IMMAGINI:
  1. Bollo betico: II CAMILI/MELISSI (duorum Camili Melissi). Il bollo richiama una familia produtrice ed esportatrice d’olio della metà del III. sec. d.C. (dall’area di Las Delicias presso l’antica città d'Astigi). (CEIPAC, Test.95/50).
  2. Frammento di anfora Dressel 20 con il corredo epigrafico. Titulus X[...]V(sul collo, tara dell’anfora en libbre romane); titulus FISCI RATIONIS [PATR]I/MONI STAT PO[...] (nome del mercator, in questo caso è lo Stato stesso): ; titulus CCXVI (peso neto dell’anfore en libbre romane): (CEIPAC, Test.92/359).
  3. Anfora Dressel 20 della prima metà del sec. III. d.C. con la ricostruzione della titolatura post-severiana dei vari esempi provenienti del Testaccio (CEIPAC, P. Berni).
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- VII - INDAGINE ARCHEOMETRICA.

TESTO: O. Grubessi.
 
IMMAGINI:
  1. Si nota la differenza tra gli impasti relativi a due diverse tipologie di anfore nord-africane ed il caratteristico cuore nero" che dà indicazioni circa la modalità di cottura. (D.S.T.U.R., O. Grubessi).
  2. Osservazione macroscopica del frammento ceramico (D.S.T.U.R., O. Grubessi).
  3. Osservazione ottico-elettroniche (SEM). L’immagine evidenzia l’avvenuta decomposizione della calzite e la probabile formazione di un nuovo minerale. Il tutto ci suggerisce temperatura superiori a 750º (D.S.T.U.R., O. Grubessi).
  4. Analisi mineralogica per difrazione dei ragi X. I tracciati difrattometrici permettono di avere informazioni circa le specie mineralogiche presenti dopo i processi di cottura e seppellimento.( D.S.T.U.R., O. Grubessi).
  5. Le analisi termiche differenziali e termoponderali danno indicazioni circa gli efetti che subiscono i materiali qualora vengano sottoposti a trattamento termico ad elevato livello. Esso infatti produce fenomeni di trasformazione, desidratazione, decomposizione, transizione di fase e variazione di peso. (D.S.T.U.R., O. Grubessi).
  6. Risultati delle analisi per termoliminescenza vati per la datazione delle anfore betiche (D.S.T.V.R., O. Grubessi)
  7. Elaborazione statistiche. Il trattamento statistico dei dati recavati essenzialmente dell analisi chimica permette di redigere diagrammi che nel caso specifico (anfore africane) sono discriminati della provenienze (D.S.T.U.R., O. Grubessi).
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- VIII - ARCHEOMETRIA DELLE ANFORE BETICHE.

TESTO: O. Grubessi.
 
IMMAGINI:
  1. Stralcio del foglio nº76 de la Carta di Sintesi Geologica Nazionale della Spagna che rappresenta l'area di produzione delle anfore.
  2. Elaborazione statistica dei dati (dendrogramma) dalle analisi chimiche. Risultano ben evidenti le associazione dei campioni di provenenza comune.( D.S.T.U.R., O. Grubessi).
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- IX - BETICA, LA GRANDE ESPORTRATICE DI OLIO.

TESTO: J. Remesal, V. Revilla.
 
IMMAGINI:
  1. Pianta dei centri produttori di anfore lungo il fiume Gaudalquivir, Spagna meridionale. (CEIPAC, C. Carreras, P. Berni).
  2. Ricostruzione di una fornace per la cottura delle anfore Dressel 20.(CEIPAC, R. Alvárez).
  3. Fornace di Arva. Prima dello scavo. (CEIPAC, J. Remesal).
  4. Fornace di Arva. Durante lo scavo. (CEIPAC, J. Remesal).
  5. Fornace di El Tejarillo. (CEIPAC, J. Remesal).
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- X - PROSPEZIONE MAGNETOMETRICA DI ARVA.

TESTO: F. Burragato, O. Grubessi, M. Di Filippo, J. Remesal.
 
IMMAGINI:
  1. Arva è situata a metà strada tra Siviglia e Corduba. Das Römerreich Augustus bis Traian. Bengtson, V. & Milojcic. Grosser historischer Weltaltas I. p.34.
  2. Campione F1 (Nicols X,20x). Tipico impasto di mattone di un forno. È riconoscibile l’eterogeneità dei materiali utilizzati nell’impasto. Si noti la presenza di quarziti, rocce metamorfiche e frammenti di calcari. (DSTUR).
  3. Campione F2. (Nicols X, 20x). Tipico impasto di un mattone di forno. Si noti la presenza di vacuoli dovuti a frustoli vegetali, eliminati per combustione, in cui sono presenti cristalli aciculari di calcite secondaria di neoformazione. (DSTUR).
  4. Campione F1 (Nicols X, 20). Incluso di roccia metamorfica (metagranito) tipica dell’area presente nell’impasto. (DSTUR).
  5. Diffrattogramma X. di un mattone della volta di uno dei due forni, già conosciuti. Si noti la totale assenza del mineralle argilloso (in F1 e F2) a causa dell’elevata temperatura raggiunta dai forni. (DSTUR).
  6. Mappa del gradiente magnetico verticale dZ/dz. (D.S.T.U.R.).
  7. Profilo del gradiente magnetico verticale. (D.S.T.U.R.).
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- XI - LE ESPORTAZIONI DELL'AFRICA SETTENTRIONALE.

TESTO: J. Remesal, V. Revilla.
 
IMMAGINI:
  1. Pianta del Mediterraneo centrale indicante le aree produtici dell'Africa settentrionale, i tipi anforici di ciascuna zona e le principali rotte tra Africa a Roma. (CEIPAC, P. Berni).
  2. Anfore africane: africana I e II, tripolitana I e III (CEIPAC, P. Berni).
  3. Bollo impresso sul collo di un'anfora Tripolitana [...]ATA (CEIPAC, Test.89/243).
  4. Iscrizione dipinta in rosso sul collo di un'anfora Tripolitana: QSMS. Si tratta dei tria nomina abbreviati del mercator (CEIPAC, Test.94/190).
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- XII - ARCHEOMETRIA DELLE ANFORE AFRICANE

TESTO: F. Burragato.
 
IMMAGINI:
  1. Fotografie di sezioni sottili al microscopio polarizzate. Si nota la maggiore porositâ delle Tunisine (A) rispetto alle Tripolitane (B). (DSTUR, F. Burragato).
  2. Dai tracciati diffrattometricci si evince la natura mineralogica dell’impasto ceramico. (DSTUR, F. Burragato).
  3. Curve porosimetriche: le curve più ripide, caratteristiche di materiali meno porosi, sono relatevi a campioni di Tripolitane, la meno ripide a campioni di Africana. (DSTUR, F. Burragato).
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- XIII - DA AUGUSTO ALL'UNIONE EUROPEA.

TESTO: J. Remesal.
 
IMMAGINI:
  1. Statua dell'Imperatore Augusto "di Prima Porta" (foto da E. Simon, Augustus. Kunst und Leben in Röm un die Zietenvende. München 1966).
  2. Foto de un rilievo dell'Arco di Benevento con la distribuzione di alimenti al popolo (foto de F.Hasse. Der Trajansbogen in Benevent, Mainz 1966).
  3. Pianta della Britannia con la densità di distribuzione delle anfore Dressel 20. (CEIPAC, C. Carreras).
  4. La privincie dell'Impero Romano. Das Römerreich Augustus bis Traian. Bengtson, V. & Milojcic. Grosser historischer Weltaltas I. p.34.
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- XIV - IL TESTACCIO NEI SECOLI. RICERCHE ICONOGRAFICHE DI ROBERTO LUCIGNANI.

IMMAGINI:
  1. I giochi del Testaccio in una tela di anonimo del 1520 (Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Roma).
  2. Baccanale di Roma in Testaccio. (Incisione acquarellata conservata nel Gabinetto Comunale delle Stampe di Palazzo Braschi, Roma).
  3. Stampa di anonimo del sec. XVII con la raffigurazione della formazione del Monte Testaccio degli scarti delle fornaci coeve, ipotesi corrente all’epoca.
  4. Il Monte Testaccio alla fine dell’800 (f. E. Rachler, coll. R. Lucignani).
  5. Le grotte ai piede del Monte Testaccio negli anni'40. (Coll. R. Lucignani).
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Gennaio 22, 1997.
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