ARCHEOMETRIA DELLE ANFORE BETICHE |
È visibile uno stralcio del foglio no 76 della Carta di Sintesi Geologica Nazionale della Spagna, che rappresenta l'area di produzione delle anfore. Sono stati evidenziati i centri di produzione ed i bolli più frequenti rinvenuti nelle varie località. Come si può notare l'area è divisa in due settori dal fiume Guadalquivir che scorre in direzione NE-SW.
Le caratteristiche geologiche di tali settori sono molto diverse: a Nord troviamo i terreni Precambriani e Paleozoici della Sub-Meseta meridionale, a Sud, in un'area coincidente con la depressione del Guadalquivir, affiorano largamente i terreni Quaternari.
Lo studio geologico dell'area di produzione delle anfore permette di identificare il tipo di smagrante eventualmente usato e la natura dei frammenti di roccia se presenti nell'argilla stessa. Essi riflettono infatti la geologia locale e danno le indicazioni necessarie per la conferma della provenienza.
Scopo delle analisi è quello di mettere a confronto anfore del Testaccio e della Betica.
Studiare le materie prime originarie (argille, sabbie), le caratteristiche dei manufatti e dei forni, le tecnologie di fabbricazione, di concerto con l'epigrafia, e' infatti
assolutamente indispensabile per un confronto generale fra i reperti e per una qualsiasi ipotesi di provenienza. A tal proposito, verificate le tecnologie di
fabbricazione, si è proceduto ad un confronto analitico dei campioni trovati sul Monte Testaccio con i frammenti di anfore con lo stesso tipo di bolli trovati in varie
località della Betica: (Cerro de los Pesebres, Romero, La Catria, El Tejarillo, Malpica, Parcela de los Galves). Sulla base di questi risultati si sono messi a punto
gruppi di riferimento per futuri studi di provenienza. Centinaia i campioni presi in esame (tutti manici di anfore bollati): senz'altro incoraggianti i risultati ottenuti finora.
Per quanto riguarda le tecnologie di fabbricazione, sia le anfore spagnole che quelle del Monte Testaccio sono state prodotte con metodi simili e cioè utilizzando una particolare argilla del Guadalquivir, per lo più ben depurata e non smagrata; cotte in forni con atmosfera ossidante, a temperature variabili tra 650 e 800°C.Al quesito fondamentale, posto dagli archeologi, sulla provenienza dei campioni del Monte Testaccio esaminati si è potuto rispondere che oltre la metà provengono con ragionevole certezza da tre delle sei località, di cui sono state studiate le peculiari caratteristiche, e cioè dalle località di Cerro de los Pesebres, El Tejarillo e La Catria.
Elaborazione statistica dei dati (dendrogramma) dalle analisi chimiche.
Risultano ben evidenti le associazioni dei campioni di provenenza comune.