INDAGINE ARCHEOMETRICA

La classificazione archeologica dei reperti anforici, basata sull'analisi tipologica e sulla lettura dell'eventuale corredo epigrafico, riceve nuova luce dalle indagini di tipo archeometrico.

Tali analisi si propongono di caratterizzare il reperto ceramico dal punto di vista chimico-mineralogico attraverso lo studio delle trasformazioni chimico-fisiche-mineralogiche che l’argilla di origine ha subito in seguito al processo di lavorazione, cottura e successivo seppellimento. E' proprio da questi studi che si cerca di risalire ai siti di produzione del materiale anforico, tenendo sempre in considerazione la geologia degli ipotetici luoghi di produzione e i confronti tra argilla originaria e prodotto finale.


Osservazione macroscopica del frammento ceramico.
Si nota la differenza tra gli impasti relativi a due diverse tipologie di anfore nord-africane ed il caratteristico "cuore nero" che dà indicazioni circa le modalità di cottura.


Osservazioni ottico-elettroniche (SEM). L'imagine evidenzia l'avvenuta decomposizione della calzite e la probabile formazione di un nuovo minerale. Il tutto ci suggerisce temperature superiori ai 750o.


Analisi mineralogica per diffrazione dei raggi X. I tracciati diffrattometrici permettono di avere informazioni circa le specie mineralogiche presenti dopo i processi di cottura e seppellimento.


Le analisi termique differenziali e termoponderali danno indicazioni circa gli effetti che subiscono i materiali qualora vengano sottoposti a trattamento termico ad elevato livello. Esso infatti produce fenomeni di trasformazione, desidratazione, decomposizione, transicione di fase e variazioni di peso.

Numero di inventario

Dose totale (Gy)

Dose annua (mGy/anno)

Età TL (anni)

Datazione archeologica

4/13 6,73±0,65 3,56±0,27 1890±188 I-II sec. d.C.
4/12 8,18±0,83 4,40±0,31 1859±186 I-II sec. d.C.
81/215 7,30±0,82 4,38±0,33 1667±180 II-III sec. d.C.
81/211 7,26±0,49 4,50±0,32 1613±142 II-III sec. d.C.
81/55 6,34±0,71 3,61±0,29 1756±194 II-III sec. d.C.
88/02 7,93±1,10 4,36±0,39 1819±208 I sec. d.C.
88/01 8,50±0,81 4,38±0,30 1941±216 I sec. d.C.
88/140 8,26±0,60 4,19±0,29 1971±167 I sec. d.C.

Risultati delle analisi per termoluminescenza usati per la datazione delle anfore betiche.

Relativamente alle metodologie di analisi, si è visto che l'attribuzione di un frammento anforico ad un luogo d'origine necessita del maggior numero possibile di analisi chimico-fisiche e statistiche, anche se esistono indubbiamente analisi più significative ed esaustive, cosa della quale occorre tenere conto, ad esempio, nei casi di ristrettezza di fondi di ricerca.


Elaborazione statistiche.
Il trattamento statistico dei dati ricavati essenzialmente
dall'analisi chimica permette di redigere diagrammi che nel caso
specifico (anfore africane) sono discriminanti delle provenienze.

 Per gli scopi prefissi le analisi più caratterizzanti sono state quelle ottiche mineralogiche e quelle chimiche con la successiva elaborazione statistica.

Allo stato attuale della ricerca la combinazione di queste tre analisi è praticamente indispensabile per una corretta ed accurata attribuzione dei cocci del Testaccio ai loro luoghi di produzione.